
Mi sono cacciato in un bel pasticcio.
Inizierò con il prossimo messaggio e poi proseguirò piano piano perché mi ci vuole un po' di tempo per preparare il materiale.
Ora, però, credo sia necessaria un' introduzione.
Sintetizzerei il concetto di prospettiva in modo forse non troppo rigoroso in questo modo:
Insieme delle tecniche grafiche e geometriche che consentono di creare l'illusione delle tre dimensioni su un foglio piano, che notoriamente ha due dimensioni.
Ricordiamo che noi osserviamo il mondo reale analizzando con il cervello l'immagine che si forma nel nostro occhio, sulla retina. La realtà fisica ci appare deformata: oggetti di uguali dimensioni ci appaino grandi se vicini, piccoli se lontani, la facciata rettangolare di una casa ci appare spesso trapezioidale, ecc. Tutte queste deformazioni che ci sono estremamente familiari, non sono altro che la prospettiva.
In ogni caso, sia un disegno perfettamente in prospettiva o una fotografia ci danno una illusione parziale della tridimensionalità di quanto raffigurato. Nella realtà infatti, oltre alle indicazioni delle deformazioni prospettiche, per valutare le distanze da chi osserva la scena, assume ancora più importanza la vista binoculare (nei due occhi che guardano la medesima scena si formano immagini leggermente diverse) che consente una valutazione di profondità molto elevata soprattutto negli oggetti "vicini" (qualche decina di metri).
Ogni rappresentazione o foto su superficie bidimensionale non consente di utilizzare la visione binoculare per percepire la tridimensionalità. Ci rimane solo la prospettiva.
Non è il caso di parlare della storia della prospettiva, ma risulta interessante il racconto, probabilmente non vero, di come il Brunelleschi trasse le basi della prospettiva osservando il paesaggio dalla finestra; anzi disegnando letteralmente sul vetro della finestra.
Queste immagini fatte sul vetro del paesaggio retrostante, per essere comprensibili, dovevano essere costruite ovviamente rimanendo fermi nel medesimo posto e osservando la scena con un occhio solo.
Quando facciamo un disegno in prospettiva quindi possiamo immaginare di disegnare su una specie di vetro (il nostro foglio) e se lo consideriamo molto esteso potremo chiamarlo Piano prospettico oppure Quadro.